Diana Proserpio, educatrice cinofila.
-Testi di Sara Butera-
I miei genitori non hanno mai voluto tenere cani, mia madre ne aveva persino paura; eppure, la mia passione per loro, ha superato qualsiasi ostacolo.
Da piccola, quando ne vedevo uno, cercavo immediatamente il contatto: volevo accarezzarlo, diventare sua amica.
Ancora adesso posseggo una fotografia in cui, da bimba, abbracciavo un pastore tedesco. Era enorme, molto più grande di me, ma non m’intimoriva.
Sono una persona timida, riservata. Ho sempre mantenuto le distanze dagli esseri umani, poiché possono ferire, deludere. I cani, invece, non tradiscono mai, non sanno mentire; con loro sono in grado di instaurare un rapporto di fiducia reciproca che va oltre la comunicazione stessa.
Com’è nata la mia carriera? A diciassette anni ho iniziato un’esperienza da volontaria presso un canile, da quel momento ho intrapreso il percorso che mi ha condotta fin qui.
Ho svolto altri lavori prima di concretizzare un futuro lavorativo come educatrice cinofila. Ricordo con un sorriso quando ero un’impiegata e il venerdì chiudevo la porta dell’ufficio: mi sentivo felice, perché avrei dedicato il fine settimana a ciò che amavo davvero.
Quando l’azienda ha chiuso, ho detto a me stessa: «Nella vita devo fare qualcosa che mi piace.» Così mi sono buttata in quest’avventura.
Ho iniziato come pet sitter, ma fin da subito ho costruito un’importante base di cultura cinofila. Nel mio settore non ci si può improvvisare: esiste un linguaggio da imparare e rispettare.
I corsi professionali mi hanno formata in modo serio e concreto, ma ammetto d’essere stata aiutata dalla mia naturale capacità d’instaurare un rapporto immediato di fiducia con i cani.
Loro sentono in anticipo chi sono, cosa chiedo, le mie intenzioni… così come io so che questi animali comunicano con tutto il corpo. Anche senza parlare, dicono cosa vogliono.
Sono gli esseri umani, spesso, a non comprendere. Per questo è necessario “lavorare” anche sui proprietari, in modo da riuscire a stabilire un contatto con i loro amici a quattro zampe.
Mi sento di dare un consiglio a chi vuole prendersi cura di un cane: bisogna rispettarlo e non solo dal punto di vista fisico. Ogni creatura è un mondo a sé ed è necessario tener presente che ogni razza ha delle sue caratteristiche peculiari.
Credo nei colpi di fulmine tra umani e animali, è una cosa potente. Io stessa l’ho provato con Diva: una cagnolina di cui, per anni, mi sono presa cura al canile.
Non voleva uscire con nessun altro e, se veniva adottata, scappava per tornare da me.
Io attendevo la fine dei lavori della casa in costruzione per poterla adottare.
La crudeltà degli esseri umani, quella volta, ha avuto la meglio.
Purtroppo l’hanno data in adozione in Spagna e non l’ho più vista… mi si è spezzato il cuore, al punto che non sono più riuscita a mettere piede in quella struttura.
Ora ho un’altra amica speciale.
Con Lilli, la mia Yorkshire, ho instaurato un rapporto unico, di totale fiducia e comprensione reciproca. Lei è la mia compagna.
Da undici anni siamo insieme. Quando l’ho portata a casa, pesava novecento grammi. Era minuscola.
Con lei ho costruito tutto. La sua mente è sempre stata stimolata, insieme ci divertiamo, siamo in simbiosi al punto che ci capiamo con un solo sguardo.
Questo mestiere mi regala grandi emozioni, generalmente positive, a volte negative.
Soffro quando vedo che qualcuno prende un cane solo per un puro gusto estetico, poiché questo comportamento innescherà automaticamente un rapporto poco sano.
Al contrario, provo una grande soddisfazione personale ogni qualvolta un proprietario riesce ad instaurare un bel rapporto col proprio cane, perché so che da quel momento in avanti nascerà un legame unico e indissolubile.
Oggi sono felice del mio lavoro presso il centro cinofilo N-TEAM, a Capiago Intimiano (CO). Qui ho trovato una famiglia… e non parlo solo delle colleghe, ma anche dei clienti stessi.
Dopo un lungo percorso lavorativo, a volte doloroso, posso dire con certezza di non aver mai rimpianto le scelte che mi hanno condotta fino al presente.
Sara Butera, Libralchimia.
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