Christian Drake Manzini e la visione della poesia.
-Testi di Sara Butera-
Intervista a Christian Drake Manzini
A tredici anni, la scrittura era un modo per parlare dei miei problemi adolescenziali. Crescendo, questa è diventata non solo una passione, ma un modo di mettermi a nudo.
Ho trovato una dimensione nelle poesie poiché amo i pensieri brevi, piccole riflessioni sul mondo che mi circonda.
Amo le collaborazioni; realizzare progetti insieme ad altri artisti è un modo potente per rendere più immediati i miei testi.
Musicisti, fotografi, modelle… ogni singola espressione è un valido mezzo per arrivare alle persone. È così che sono arrivato a sviluppare progetti eterogenei, per poi pubblicare due libri di poesie accompagnate da immagini fotografiche.
Ho una visione ampia della poesia, che non è mai fine a sé stessa. Mischiandola con altre forme d’arte, la rendo più comprensibile. È come un supporto vicendevole che arriva dritto al cuore del significato che desidero trasmettere.
So che ad alcuni può sembrare un controsenso, ma un’altra mia grande passione è la musica heavy metal.
Sono membro di alcune band e i testi che compongo, che siano in inglese o in italiano, hanno sempre forme e tematiche molto simili a quelle che utilizzo per la poesia.
Nonostante io suoni musica di un certo tipo e canti in un determinato modo, le tematiche di cui parlo non sono null’altro che gli stessi pensieri, semplicemente arrivano in modo differente.
Non amo uniformarmi alla massa, quindi nelle canzoni utilizzo parole che non sempre si trovano nel mio genere musicale.
Scrivere è la forma che trovo più adeguata per esprimere me stesso. Con la poesia vado dietro alle cose, esploro la vita, mi interrogo su cosa si nasconda dietro un evento naturale, ai comportamenti delle persone, mi metto nei panni di qualsiasi argomento.
Attraverso i miei versi cerco spunti di riflessione per me stesso e per chi legge, alla ricerca di uno stimolo per comprendere ciò che ci circonda.
Da qualche mese, su Spreaker e Spotify ho aperto un podcast che si chiama “Quarto di luna”.
Che siano più o meno conosciuti, parlo di autori che amo, dando inizialmente qualche cenno biografico e leggendo i loro scritti con un sottofondo musicale composto da Filippo, tastierista, che condivide con me quest’esperienza fatta di poesia e riflessioni, di parole e suoni.
Sara Butera, Libralchimia.