-Articolo di Otis Ribera-
«Ora’, come sono le triglie oggi?»
«Freschissime Onorevole Dottore, appena pescate.»
«Sarà, ma l’occhio mi sembra un tantino affossato…»
«È colpa del troppo caldo, più di quaranta gradi teniamo oggi; il ghiaccio che ci metto sopra si squaglia immediatamente. Colpa del gas serra e di tutte le altre porcherie che ci abbiamo messo nell’aria. Il clima cambiò!»
«Ma che c’entra! Che ne sai tu: il clima cambiò… nell’aria ci sono le porcherie…il gas serra! Pensa a vendere il pesce che a tutto il resto pensiamo noi politici! E poi, questa cosa del clima che sta cambiando! Anche i ragazzini del Fridays for future, invece di studiare, tutti a ripetere che il clima sta cambiando… Ma che ne sanno loro!»
Stiamo parlando di un personaggio molto più considerato di Orazio, lo scaltro pescivendolo che ha il banchetto sotto casa nel paese di Varamengo di Sotto.
L’Orazio di cui parliamo è il poeta romano, l’epicureo, che scrisse una delle odi più famose al mondo, ma il destino vuole che se ne conoscano solamente due parole:
‘Carpe diem’. Parte del merito di questa fama è dovuta al film di successo ‘Attimo fuggente’, interpretato magistralmente da Robin Williams.
Sono passati parecchi secoli da quando il vate scrisse questa locuzione tratta da una delle sue odi; è modernissima, ancora attuale, è entrata a far parte del linguaggio e anche dello stile di vita comune. Forse significa che l’uomo in duemila anni non si è evoluto? I fatti lo farebbero supporre: ma no, si tratta di un auspicio che non conosce tempo; si adatta perfettamente al ventunesimo secolo.
Orazio ci sprona a cogliere l’attimo e ad apprezzare anche le piccole cose che la vita ci regala. Non significa però che dobbiamo ignorare i grandi problemi e le grandi responsabilità che ci obbligano, per affrontare nel migliore dei modi il futuro, a continui aut aut a scelte e decisioni ormai assolutamente decisive, inderogabili.
Nella frase che segue, il poeta scrive ‘confidando il meno possibile nel domani’.
Questa frase apparentemente pessimistica, è al contrario intesa a stimolarci all’azione. Come dire, tutto il resto è pura illusione; cerchiamo di migliorare ciò che abbiamo guastato e ancora continuiamo imperterriti a guastare.
L’alchimia si chiama consapevolezza: l’unica cura che potrà funzionare per salvare il salvabile, apprezzando l’attimo fuggente con sano realismo concreto e privo di illusioni.
“Mentre parliamo
il tempo, invidioso, sarà già fuggito.
Come se provasse invidia di noi.
Cogli l’attimo, confidando il meno possibile nel domani”
Orazio.
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