Una volta si viveva meglio -Testo di Otis Ribera-
«Nonna è vero, come dice l’altra nonna, quella di Monte Aguzzo, che una volta si viveva meglio?»
«Vero Orazio, ma fino ad un certo punto: io e le mie sorelle non eravamo molto felici di lavare i panni al lavatoio o al ruscello in pieno inverno con quindici gradi sotto zero.
Le nostre mani erano piene di geloni, dolori artritici e profonde screpolature.
I servizi igienici spesso non c’erano e bisognava condividerli con i vicini, soprattutto nelle case di ringhiera; il bugliolo alla turca era sul ballatoio e se al mattino lo si trovava occupato bisognava attendere il proprio turno. Naturalmente solamente i più fortunati avevano l’acqua corrente.»
«Nonna, noi allora siamo fortunati, facciamo la doccia con l’acqua calda tutti i giorni!»
«Vero. Noi, ai tempi, facevamo il bagno solo la domenica mattina.
Tutta la famiglia usava l’acqua riscaldata nella caldaia della stufa a legna e poi versata in una tinozza di lamiera.
Per primo faceva il bagno nonno, poi uno per volta tutti i figli e, per ultima, nonna tua. Nell’Inghilterra dell’Ottocento, romantica e Vittoriana,
Mary Poppins, volando magicamente da camino in camino, di tetto in tetto, aiutata solo con un ombrello aperto e in compagnia di Bert, cantavano giulivi evitando di citare gli spazzacamini di otto-dodici anni molto apprezzati dai loro datori di lavoro.
Grazie alla loro gracile costituzione, potevano essere calati direttamente nelle canne fumarie. Particolarmente richiesti anche nelle miniere: le gallerie e i cunicoli a volte erano molto angusti per cui, i piccini, opportunamente legati in vita da una fune collegata ai carrelli pieni di carbone potevano, senza troppe difficoltà, trainarli fino all’uscita.
Questo era uno dei motivi, per cui davan loro poco cibo; per tenerli belli gracilini.»
«Ma nonna, allora la Regina Vittoria non amava i bambini?»
«Certo che si, a modo suo li amava, lei aveva dei buoni e sani principi, ma aveva anche da badare agli affari dell’impero.
Oggigiorno i bambini come te al calduccio delle loro dimore, per le fese natalizie coccolati e viziati da nonni e genitori, smanettano con i videogiochi, oppure guardano la tv mangiando panettoni, bastoncini di zucchero, torroncini, monete di cioccolato e carbone bianco.
Il problema di questo secolo, nei piccini è l’obesità: come tanti altri bimbi d’oggi, duecento anni fa non saresti stato adatto come piccolo minatore: troppo grassottello.
Andando indietro ancora di qualche secolo e paragonando la vita del Re Sole e della sua corte alla nostra, ti posso dire che probabilmente viviamo meglio noi.
Devi sapere che in inverno le temperature in quella splendida reggia che era Versailles si mantenevano sui sei-sette gradi sotto zero. Il vino gelava nei bicchieri.
I soffitti altissimi e tutti quei rivestimenti realizzati con splendidi marmi e specchi, rendevano gli ambienti ancora più gelidi. I servizi igienici non c’erano e i cortigiani si dovevano ‘arrangiare’ negli angolini dei magnifici saloni.
I servitori al seguito di quei personaggi raffinati e dal sangue blu, ripulivano subito raccogliendo le deiezioni in appositi secchi e che poi sversavano nessuno sa dove.
L’acqua non era molto apprezzata, al contrario era vista con molta diffidenza.
Il sapone era poco usato benché fosse stato inventato tanti secoli prima.
Nessuno di quei nobiluomini e nobildonne amavano lavarsi.
Il puzzo che emanavano era terribile e la loro graziosa persona era tormentata da fastidiosissimi insettini. Ricordi la canzoncina che nonna tua ti cantava sempre: ’Occhio al pidocchiooo che fa un pastrocchiooo, lui dei capelli è come un Reee…’»
«Vero nonna. Per farmi addormentare me la cantavi sempre; a volte mi raccontavi anche la filastrocca Pidocchietto e Pulcettina.»
«Se poi disgraziatamente per una qualsiasi causa saliva la febbre, i medici-cerusici di allora curavano i poveri pazienti riempiendoli di sanguisughe… ma non divaghiamo.
Devi sapere, caro Oraziè, che il sovrano d’Inghilterra Enrico VIII sposò, ad un certo punto, Anna Bolena. La prima notte di nozze, il sovrano biondo e bene in carne, si tolse i vestiti e le braghe per entrare in intimità con la sua sposa…»
«Nonna che vuol dire intimità?»
«Ehmm… il tuo papi è entrato in intimità con mammà nove mesi prima che tu nascessi.»
«Grazie nonna, ora ho capito.»
«Tornando al discorso di prima, le cronache di quegli tempi ci dicono che la povera Anna Bolena svenne dal terribile puzzo che emanò Sua l’Altezza Reale non appena si fu spogliato.
Gli storici ci dicono che in ben ventisette anni il sovrano non si fosse mai lavato né che abbia mai cambiato la propria biancheria intima. Si racconta che se ne vantò sempre con i nobili cortigiani… ‘con altero orgoglio regale’, raccontano gli agiografi.»