Dread Maker Como: intervista a Barbara Onofrio, fondatrice di Dread Maker Como.
-Testi di Sara Butera-
Mi chiamo Barbara Onofrio e sono la fondatrice di Dread Maker Como.
Ho sempre avuto un’attrazione incredibile per i dread. Lo stile alternativo di questo mondo mi affascina da sempre, ancor prima di conoscerne i significati più profondi e, soprattutto, ancor prima che diventasse una moda.
Anni fa, ho intrapreso gli studi come parrucchiera; quando ho trovato impiego, ho avuto la fortuna di lavorare con una titolare dalla mentalità aperta, che non solo mi ha permesso, cosa non scontata, di tenere i dread, ma di portare avanti e di sviluppare questa mia passione.
Quando, col passare degli anni, mi sono resa conto che la richiesta di queste acconciature aumentava, ho iniziato a pormi una domanda: «Cosa voglio fare della mia carriera?»
Il mio stile di vita è cambiato notevolmente durante il lockdown dello scorso anno.
Dal punto di vista lavorativo, ho sempre avuto un’impostazione molto classica legata ad orari, scadenze; tutto contribuiva ad inquadrare le mie giornate in un rigido schema.
Il blocco totale, per molti drammatico, per me è stata una rivelazione.
Per la prima volta dopo anni mi sono dedicata a me stessa, al mio corpo, alla mia mente. Ho realizzato che la vita stava diventando una corsa infinita verso qualcosa di inafferrabile.
Lo yoga e la meditazione mi hanno aiutata a comprendere che, lentamente ma inesorabilmente, il mio corpo stava cedendo: prima o poi si sarebbe ammalato.
Comprendendo di dover puntare verso ciò che veramente mi piaceva, ho preso una decisione non facile, soprattutto perché in quel preciso momento, sia storico che personale, i timori erano molti.
Appoggiata dalle persone a me care mi sono convinta a prendere importanti decisioni che avrebbero cambiato il corso della mia vita. Ho compiuto il grande passo; ho lasciato il lavoro rinunciando alle certezze economiche per realizzare il mio sogno: è nato così Dread Maker Como.
Molti di voi si staranno chiedendo cosa siano i dread.
In primis, le persone domandano: «Che differenza c’è tra i “rasta” e i “dread”?»
I Rasta sono le persone che portano i Dreadlocks, i dread sono i capelli annodati.
Purtroppo, ancora oggi, esistono leggende metropolitane che associano questo stile ad un’errata idea di scarsa igiene personale. Nulla di più falso.
Un tempo, i dread si formavano semplicemente senza pettinare i capelli e annodandoli naturalmente. I problemi, più che altro, si presentavano alla cute che non poteva respirare.
Questi metodi ormai stanno scomparendo; proprio grazie alle figure professionali che seguono e curano il capello in ogni fase, partendo da una seria valutazione del cuoio capelluto, non si rischia più di incorrere nelle passate problematiche.
Avendo percorso seriamente una strada da parrucchiera classica, posso permettermi di offrire consigli più mirati, valutando attentamente i fattori che aiutano il cliente nella manutenzione ottimale.
Negli anni, le lavorazioni di queste acconciature si sono evolute. Personalmente, prediligo il metodo “all’uncinetto”.
La fase di cotonatura precede l’applicazione di ciocche, artificiali o naturali, che sono divise secondo uno schema ben preciso. I dread potranno essere lavati ed asciugati, prestando maggiore attenzione a quest’ultima fase.
Creo personalmente le decorazioni da applicare, utilizzando materiali come legno, stoffa, rame e tutto ciò che mi suggerisce la fantasia.
Anche se molti clienti preferiscono uno stile più naturale, trovo che gli ornamenti non siano utili solo per abbellire le acconciature, ma anche un modo per farle apparire più curate.
C’è chi mantiene verso i dread un’immagine antiquata, ormai largamente superata.
In Italia, purtroppo, esistono ancora pregiudizi, al punto che, per alcune persone, diventa persino difficile trovare un lavoro.
Per fortuna, da quando mi sono dedicata a quest’attività a tempo pieno, ho scoperto che, piano piano, la mentalità si sta aprendo.
Penso che la libertà d’espressione debba essere totale.
Al di là della moda, per alcune persone i dread comprendono un cammino spirituale.
Come per molte donne cambiare acconciatura spesso denota un mutamento interiore, così accade con gli amanti dei dread, che esprimono voglia di innovazione, di iniziare un nuovo percorso che non riguarda solo l’estetica.
Man mano che ci evolviamo, i capelli seguono il nostro percorso.
Crescendo, ci raccontano nella nostra interezza… con i nostri colori, forme e soprattutto per la voglia di distinguerci, cantando con una voce intonata ma semplicemente, per ora, fuori dal coro.
Sara Butera, Libralchimia.
Articolo informativo senza scopi commerciali.
Per info: mob +39 340 6939902
ba.dreadmaker@gmail.com