E chiudi quella finestra -Testo di Otis Ribera-
«E chiudi quella finestra che entra l’aria cattiva!»
«Ma nonna! La maestra a scuola ci dice sempre di aprire le finestre perché così entra l’aria buona…»
«A quella dovrò parlarci io… le dovrò spiegare che in inverno l’aria qui in città è irrespirabile a causa del traffico veicolare e non solo.
Siccome alcuni mezzi viaggiano con i combustibili fossili, immettono nell’aria la CO2.
L’auto che c’ha nonna tua, viaggia a gasolio e in questo caso viene emesso il particolato PM10, mentre quelle alimentate a gas emettono il NOx.
Ma non è tutto Orazié, anche il riscaldamento delle case butta fuori dai camini più o meno gli stessi veleni delle auto.
Dalle grosse ciminiere industriali, quelle che vediamo anche noi dalla finestra del salotto, fuoriescono composti di zolfo, azoto e altre porcherie, che per via delle reazioni chimiche in atmosfera si trasformano in altri composti anche peggiori.
Poi ci sono gli aerei di linea, le navi cargo e quelle da crociera e i mezzi pesanti che trasportano le merci; poi gli allevamenti intensivi di animali tipo mucche, galline, maiali, che producono gas metano il quale si somma a quello che fuoriesce dalle condutture industriali usurate e che nessuno si preoccupa di riparare.
Devi sapere che Il gas metano, tranne quello ad uso civile aromatizzato artificialmente, non ha odore per cui è difficile da individuare; è uno dei peggiori inquinanti dell’atmosfera e una delle cause principali dell’innalzamento delle temperature.»
«Ma nonna, la signora maestra dice che tanto poi si alza il vento e l’aria si pulisce!»
«Si è vero, per qualche ora qui in città pare a tutti che si pulisca ma quella massa d’ aria si sposta con tutto il suo carico di CO2 e polveri sottili da n’altra parte e via di ‘sto passo. Gli scienziati dicono che per abbattere la CO2 a livelli accettabili, bisognerebbe piantare da subito in tutto il mondo duemila miliardi di alberi; al contrario se ne tagliano intere foreste vitali per la vita sulla terra e nessuno sembra preoccuparsene.»
«Ma nonna, non capisco… i Grandi della Conferenza di Glasgow hanno detto che, con tutta calma, ci penseranno loro e che dal duemila e cinquanta sicuramente l’aria sarà pulita e potremo aprire le finestre…»
«Ma no, che dici! Teniamo chiuse le finestre, in attesa del duemila e cinquanta!?
Ogni tanto potremo aprirle. Anche se ci sarà il rischio di…ehmm…uhmm… di ammalarci un pochettino. Ti faccio un esempio facile facile. L’atmosfera, caro nipote, è sottilissima.
Vedi quel mappamondo che ti ho regalato a Natale di tre anni fa e che tu non guardi mai sennò quando giochiamo a Risiko sapresti dove si trova la Jacuzia?
Se gli metti sopra un foglio di carta velina, la proporzione è la stessa che c’è tra la terra e l’atmosfera che la circonda. Ecco perché l’aria è sempre meno buona: l’atmosfera, di fatto, non è infinita come pensiamo. In attesa del duemila e cinquanta, a noi d’estate conviene andare al mare a Cala Runchia: lì l’aria, per adesso, è ancora migliore che qui a Varamengo.