Il nichilismo – articolo di Otis Ribera

Buon giorno Libralchimisti!

Mi è stato chiesto tante volte perché ho deciso di intitolare “Nichilismo” il primo volume della mia trilogia “Diagonale d’Alfiere”.

  • In Russia, dalla seconda metà dell’Ottocento, il nichilismo nega la morale tradizionale e difende ad ogni costo, perfino con le armi, l’abolizione violenta dell’ordinamento socio-politico.

 

  • Ma arriviamo al “Nichilismo attivo”, che più ci interessa. È una sorta di pensiero moderno atto a distruggere gli ideali tradizionali, con lo scopo di rendere possibile un meccanismo in grado d’affermare dei valori nuovi nella società. Questa è la tipologia di pensiero che rappresenta gli ideali di Donatien, protagonista del mio libro noir “Nichilismo- Diagonale d’Alfiere”.

Un paio di cenni storici:

Gorgia, filosofo siceliota del quarto secolo a.c., nato in una delle città greche della Sicilia, fu precursore del nichilismo. Celebre è il suo assioma: “Nulla è; Se anche qualcosa fosse, non sarebbe conoscibile; Se anche qualcosa fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile agli altri.”

Dopo diversi secoli, la filosofia nichilista trovò terreno fertile nella società russa a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.

Alcuni personaggi centrali nei romanzi di Turgenev e Dostoevskij, hanno vissuto una realtà nichilista dell’esistenza.

Nietzsche fu uno dei maggiori filosofi di tutti i tempi e autore del “Così parlò Zarathustra” (libro per tutti e per nessuno) e padre del nichilismo attivo.

Secondo lui, l’uomo contemporaneo smarrito nel caos è alla ricerca confusa e disperata del senso della vita, che può trovare solamente cercando di superare sé stesso (oltreuomo).

La volontà, quindi, dovrà essere proiettata alla ricerca di nuovi valori più naturali.

Da Gorgia a Nietzsche, tutti i nichilisti concordano che l’arte e la musica in primis, la danza, la poesia e le arti figurative, rappresentano assieme alla natura (nel senso più universale del termine), l’essenza  e il senso dell’esistenza.

Ci sarebbero tante curiosità da raccontare sul filosofo tedesco, ma ne voglio citare una in particolare che le sintetizza tutte.

Nietzsche negli ultimi anni della sua vita, solo e ormai da tutti considerato folle, un giorno vide un cavallo schiantato a terra dalla fatica, picchiato senza pietà dal padrone. Piangendo, Nietzsche abbracciò il cavallo, consolandolo con parole cariche di umana pietà e comprensione.

A venerdì prossimo!

Otis Ribera, Libralchimia.

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