Mio cugino Nieddu

-Testo di Otis Ribera-

L’asinello Puddu e Nonno di Monte sentirono il bisogno di farsi un’altra chiacchierata.

Nella pace di quei monti la guerra sembrava una cosa lontana e inimmaginabile. Eppure, l’idea che sarebbe potuta arrivare pure a Monte Aguzzo non era poi così bislacca.

Puddu aveva le orecchie basse, segno che il suo umore non era ai massimi livelli.

Nonno di Monte disse: «Avrai certamente sentito le ultime notizie, volevo un tuo parere, sapere cosa ne pensi.»

Puddu fece un’espressione mista tra disgusto e rimprovero.

Come al solito, cominciò a far considerazioni di tipo filosofico-esistenziale: «Alcuni dicono che l’uomo nasca buono e poi, nel corso della vita, i fatti, la lotta per la sopravvivenza e le delusioni, possano guastarlo.

Io, quando penso ai vari autocrati guerrafondai, non posso fare a meno di immaginarli in fasce, appena nati.

Sicuramente erano teneri frugoletti fragili ed indifesi che si limitavano unicamente a poppare il lattuccio dalle loro mamme e a fare la cacca.

L’unico vero problema poteva essere la notte.

Alcuni di questi bambini non dormono di notte, piangono e magari vogliono giocare tenendo svegli i poveri genitori che, dopo qualche settimana, non sono più in grado di intendere e di volere.»

«Vero.» intervenne nonno. «Ne sanno qualche cosa i genitori di Orazietto. Di notte, curioso com’è, passava il tempo a gattonare in giro per casa.»

L’asinello gustò un gambo di sedano che, nel frattempo, nonno gli aveva allungato e continuò: «Pur con tutta l’esperienza e la fantasia di cui è capace un ciuchino come me, non riesco ad immaginare che cosa, ad un certo punto, possa avvelenare il percorso di crescita di quei bambinelli che poi nel tempo si trasformano in uomini molto cattivi.»

«Vero,» disse nonno «magari, incredibilmente, i genitori erano mitissime persone. Avevano insegnato loro tutti i buoni e i sani principi della vita, dei quali forse il più importante è il rispetto del nostro prossimo.»

«Sagge parole.» disse Puddu. Continuò: «Ma ci sono delle eccezioni. So di miei colleghi trattati come bestie dagli umani.

Ad esempio, mio cugino Nieddu assieme ad un centinaio di asinelli come lui, ha fatto una vita da cani a Lindos, un paesino bianco adagiato sulle pendici di un colle in un’isola greca.

Su e giù per le viuzze assolate tutte in salita fino all’acropoli in cima al monte e con in groppa grassi e caciarosi turisti: da rompersi la schiena!

I loro padroni li consideravano meno che sterco di maiale;

ridacchiavano con i visitatori, berciando i soliti luoghi comuni tipo ‘non fare l’asino che l’erba costa…’ ‘gli asini preferiscono la paglia all’oro…’ ‘a lavar la testa all’asino ci rimetti il ranno e il sapone…’ ‘raglio d’asino non sale in cielo…’ dei veri razzisti infami!

Ma non voglio divagare, ritorniamo a noi. Il tema è: perché quei teneri bambini, crescendo, sono diventati malvagi?»

Nonno intervenne: «Chissà, magari, a scuola sono stati presi di mira e traumatizzati da compagni bulletti e poi, crescendo, sono stati oggetto di ogni sorta di umiliazione.

Alcuni di loro, essendo riusciti ad arrivare in alto nella scala gerarchica del potere, si sono come ubriacati e vendicati. La storia ce lo insegna.»

Lo interruppe Puddu: «Il potere rende ebbri alcuni soggetti, li predispone negativamente, la loro psiche ne risente, diventano feroci come iene affamate e alcuni perdono il senno, il senso della realtà.

Finiscono per sentirsi immortali, fanno cose da matti.»

«Lo sai, io ti considero un pensatore sopraffino, un saggio.»

Nonno di Monte, in segno di stima, tempo prima gli aveva pirografato su di un asse di legno, che poi aveva posto sopra l’ingresso della stalla, il motto:

“ESERCITA LA TUA MENTE: E’ FONTE DI OGNI COSA.”

Continuò: «Nessuno mi sa dare la risposta, per cui ti chiedo, la terza guerra mondiale scoppierà?»

L’asinello Puddu, prima di rispondere, con la coda scacciò dal posteriore un fastidioso tafano.

Sbruffò con le froge e rispose: «Io non sono un esperto dell’arte militare della guerra, non ho letto il tomo antico di Sun Tzu, perciò che ti posso dire?

In questo caso abbiamo a che fare con la mente umana, che è cosa molto difficile da analizzare… e non solo per noi ciuchini; anche molti famosi psichiatri spesso ci si arrovellano il cervello, ma senza riuscire a cavarne un ragno dal buco.

Di una cosa però son certo: anche i malvagi, come dite voi umani, ‘tengono famiglia’. Generalmente, sono sostenuti da amici, che a loro volta sono circondati da tantissimi altri amici e parenti.

Queste belle persone hanno il terrore di perdere la vita e tutte le splendide cose di cui sono circondati.

Nel caso di una terza guerra mondiale verrebbero usate le atomiche… e anche loro sanno che non esiste un pianeta di scorta dove possano rifugiarsi con i jet privati portandosi appresso i loro tesori.»

Nonno, soddisfatto della risposta, accarezzò Puddu tra le orecchie e premiò la sua saggezza con una succosa mela.

Otis Ribera

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Mio cugino Puddu

Disegno di Otis Ribera, “Mio cugino Nieddu”