Si sveglia l’ape Maia -Articolo di Otis Ribera-
“Si sveglia il mondo, lo accarezza il soleee, si sveglia l’ape Maia dentro un fioreee. Vola vola vola vola l’ape Maiaaa…”
Tutta la famiglia andava in vacanza a Cala Runchia; nonna e nipote, per ammazzare il tempo, cantavano ormai da due ore a squarciagola la canzoncina sigla del cartone animato e interpretata da Katia Svizzero.
Gli altri passeggeri sull’auto, esasperati, protestavano: ne nacque una discussione che sconfinò in una lite: nonna e nipote contro nonno papà e mamma, che in quel momento si trovava alla guida.
C’erano quarantacinque gradi tropicali e neanche il condizionatore al massimo poteva abbattere decentemente la temperatura all’interno dell’abitacolo. Subito fuori Varamengo di Sotto, si trovarono incolonnati nel traffico bestiale. Procedevano a passo d’uomo. Come tutti i vacanzieri, avevano optato per la partenza intelligente.
Mamma ebbe un attacco di nervi, picchiò le mani più volte sul volante e, girandosi verso il figlio e la suocera, con il sudore che le sbavava il mascara e il rossetto urlò: «Non ne posso piuuu bastaaa con st’Ape Maia!»
Nonna sorrise, smise di cantare e, sottovoce, spiegò al nipote l’importanza fondamentale delle api per la vita dell’uomo. Scelse la formula ed il tono della fiaba. Stavano andando in vacanza e non voleva certo rovinare l’atmosfera di serena allegria con argomenti troppo impegnati.
Spiegò ad Orazio di quanto le api soffrissero dell’innalzamento della temperatura globale e dell’inquinamento ambientale. Disse: «Sono alcuni dei motivi per cui le nostre piccole amiche stanno diminuendo di numero e con loro molti altri tipi di insetti.»
Orazio, spalancando gli occhioni da dietro le spesse lenti, chiese: «Tipo Flic, Willi, Kurt, Alessandro e Tecla?»
«Esatto; anche loro rischiano di morire. In alcuni paesi industrializzati del mondo, per via dei pesticidi usati in agricoltura e dei cambiamenti climatici, le api sono quasi del tutto scomparse. Se continua così, l’uomo dovrà impollinare a mano tutti i fiori perché possano produrre i frutti; in alcune zone della Cina già lo fanno.»
«Ma nonna, gli uomini voleranno di fiore in fiore?»
«Certo che no, l’uomo può volare solo con la fantasia. Ecco perché le api non devono morire. Alcuni governanti di buona volontà si riuniranno dal 31 ottobre al 12 novembre di quest’anno alla CoP26 di Glasgow in Scozia. Si avvarranno di un team di esperti che suggeriranno strategie per impedire che la temperatura media globale si alzi oltre un grado e mezzo. Tranquillo Orazietto, l’ottimismo è il sale della vita. Vedrai, prenderanno seri provvedimenti. Si racconta che anche Albert Einstein…»
«Chi, quello della formula della relatività ristretta E= mc2?»
«Esatto, quello raffigurato nel poster mentre fa le linguacce e che papà tiene appeso nel suo ufficio presso la potente Assicurazione ‘Rubber wall’. Disse, così pare, che se le api dovessero estinguersi, all’umanità non rimarrebbero che quattro anni di vita.»
Intervenne il nonno. Si agitò, diventò rosso in viso e disse: «Son tutte fregnacciate messe in giro dai ragazzini ambientalisti e dagli apicultori che complottano per aumentare il prezzo del miele e di chissà cos’altro!»
«Allora nonno, le api non moriranno?»
«Certo che no, queste son dicerie che mettono in giro quelli che pensano che la terra sia rotonda o che il pesce del mare c’ha le microplastiche. Le api esistono da sempre e non moriranno certamente proprio adesso che stiamo andando al mare a svagarci e a mangiare il merluzzo fatto da nonna ummm…»
Nonno ruotò l’indice sulla guancia facendo capire di quanto fosse buono il pesce cucinato da nonna.
Orazio si aggiustò i grossi occhiali sul naso e disse: «Ma nonno! Da noi il merluzzo non c’è, quello che compriamo a Cala Runchia in realtà si chiama nasello. Il merluzzo esiste solo nei mari del nord e sta scomparendo per via della pesca intensiva e dalla temperatura del mare che si sta alza…»
«Bastaaa!» Nonno, esasperato dal gran caldo, dal traffico bestiale e da un attacco di ipertensione dovuto al colesterolo alto perse la pazienza e si mise ad urlare imprecando: «Queste sono idee che ti mettono in testa i ragazzini del Fridays for future!»
Otis Ribera