Un viaggio alle Galapagos – Testo di Otis Ribera-
«Babbo Natale ti regala un viaggio alle Galapagos. Sei contento Orazio? Io te e Mamma.»
«I Nonni non vengono?»
«Nonno tuo dice che preferisce passare le feste a casa e nonna non lo vuole lasciare solo. Pensa… alle Galapagos! Potrai fare le foto che poi mostrerai alla maestra, agli amichetti e anche ai nonni di Monte Aguzzo.
Devi sapere, Orazié, che Le Galapagos sono isole famose grazie a Charles Darwin, biologo, antropologo e naturalista, che formulò per primo la teoria sull’evoluzione.
In quelle isole incontaminate ha condotto studi di ricerca sull’evoluzione delle specie animali e vegetali.
L’arcipelago si trova a mille chilometri di distanza dal continente ed è una delle principali mete per pochi privilegiati al mondo grazie alla sua natura incontaminata; in quelle isole c’è una varietà incredibile di piante e animali.
I turisti ci possono arrivare via nave o aereo. Frotte di coppiette e di sposini innamorati ne rimangono affascinati e ambiscono a farsi i selfie accanto allo Spheniscus mendiculus, l’unico pinguino vivente all’equatore.
La preoccupazione principale di questi viaggiatori accorti è che il troppo turismo, con gli inevitabili danni ambientali, ne possa distruggere l’habitat, per cui ci vanno prima che quegli splendidi e rari animali di conseguenza si estinguano.»
«Ma papà, allora che ci andiamo a fare?
A contribuire all’estinzione di quelle meravigliose creature? Sai che un aereo intercontinentale inquina quanto quindicimila auto che viaggiano tutte assieme?
Andiamocene a Cala Runchia; nonno si diverte un mondo a dar la caccia alle lumachine di mare e alle patelle, poi ci fa il sugo per i bucatini.»
«No Orazio, ho deciso. Festeggeremo il Natale alle Galapagos e vedrai, sarà molto educativo.»
Orazio in aereo si annoiò tantissimo.
Per ammazzare il tempo fece un sacco di domande a suo padre e a sua madre: «Papà, papà, la mia maestra dice che di acqua ce n’è tantissima al mondo e che non finirà mai.
Dice che i fiumi non smetteranno mai di scorrere perché le piogge e i ghiacciai li alimenteranno per sempre. E poi, dice che il mare si sta alzando proprio per il motivo che di acqua ce ne fin troppa…»
«Sì…sì…certo…beh…non è che sia esattamente così. Si tratta di un argomento troppo complicato, mi stavo addormentando; scusami Orazié ti spiegherò un’altra volta… parl… do…»
«Mamma mamma, la maestra dice che alle Galapagos ci sono animali che esistono solo in quelle isole incontaminate e che Charles Darwin li ha studiati per anni elaborando la teoria dell’evoluzione della specie.
Dice che è da lui che viene l’idea che noi uomini discendiamo dalle scimmie e che poi, fortunatamente, col passare del tempo ci siamo evoluti…»
«Sì… sì… certo. I primati, le scimmie… ci siamo evoluti e i risultati si vedono. Devi sapere che, ancora oggi, non tutti sono d’accordo con queste teorie…»
«Ma alle Galapagos troveremo animali ancora in evoluzione tipo mezzo uccelli e mezzo ornitorinchi?»
«Ma certo che no, ci vogliono milioni e milioni di anni perché avvenga l’evoluzione. Scusami, ma questo è un argomento che io non conosco molto bene e poi, prima di rispondere a questa domanda dovremo, io e tuo padre, documentarci a dovere.»
Annoiati, Orazio, sua madre e suo padre, gironzolarono per l’unica isola visitabile delle Galapagos. Di animali strani neanche l’ombra. La guida turistica spiegò che se ne stavano rintanati, in quanto non si sa per quale misterioso motivo avevano una paura terribile dell’Homo sapiens. Orazio, con lo smartphone, riuscì a fotografare e ad inviare con whatsapp alla maestra e agli amichetti creature con atteggiamenti che parevano parecchio ostili; un Gekkonide macularius con la boccuccia aperta, un pappagallino Psittacciformes con le ali dispiegate e un granchiolino Rubris pottamidae con le chele minacciosamente spalancate.
Otis Ribera
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